Diritto di seguito e riproduzione
Paganini non ripete
Arte all'incanto
Momenti fondamentali
L'Italia malata di misoneismo
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Statuto artista
Diritto d'autore
Codice beni culturali
Convenzione Berna
La pratica dell'"asta", come modo di vendita al miglior offerente e la
definizione "vendita all'asta", hanno origini remote; gli antichi romani e
probabilmente altri come loro, usavano spartire il bottino di guerra dopo averlo
accumulato attorno ad una lancia (hasta) piantata nel suolo; anche la locuzione
"vendita all'incanto" deriva dal latino (in quantum?) e sta ad indicare una
vendita pubblica al miglior offerente. Allo scorcio del XVIII secolo in Francia
e in Inghilterra case d'asta, tutt'ora attive, già operavano in modo
professionale; a Parigi esisteva l'Hotel Drouot, a Londra nel 1744 Samuel Baker
fonda la Sotheby's, che prese il nome da John Sotheby che nel 1778 si associa a
Baker; per i primi tempi la Sotheby's organizzò principalmente aste di libri
disperdendo illustri biblioteche come la biblioteca di Napoleone e quella di
Talleyrand. La Christie's è fondata a Londra nel 1766 da James Christie. In
Italia l'attività di società che organizzano in maniera professionale vendita
all'asta per conto terzi è piuttosto recente; la Finarte, nasce nel 1959 con un
capitale sociale di appena 100 milioni; negli anni '60 Franco Semenzato iniziava
la propria attività a Venezia; Pandolfini di Firenze opera da oltre 70 anni; nel
1962 Frediano e Franco Farsetti già titolari di una galleria d'arte dal 1955
iniziano l'attività di astatori; Sant’Agostino di Torino opera dagli anni ’70;
la Meeting di Vercelli dal 1979; Della Rocca dal 1986; Bolaffi dal 1990 anche se
l’attività di commercio filatelico risale al secolo scorso e via via fino alle
più recenti Cambi, Stadion, Von Moremberg, Eurantico, Blindarte e a quelle che,
come ad esempio Porro & C., Pananti , Fidesarte, pur essendo giovani come case
d’asta sono espressione di esperienze precedenti. In questi quarant'anni molte
sono le società specializzate in vendite all'asta per conto terzi che svolgono
la loro attività con professionalità e successo, specializzate in settori
diversi e quindici di loro si sono riunite in associazione. Le sale d'asta, che
fino agli anni Ottanta erano frequentate principalmente da mercanti e galleristi
oggi sono luoghi alla moda, come lo sono diventate le corbeilles di Borsa, tanto
che narratori e sceneggiatori vi ambientano romanzi e film. Sono le sale d'asta,
quando vengono disperse proprietà di provenienza particolarmente importante, da
case fino ad allora inavvicinabili ai più, i nuovi templi della mondanità, dove
si consumano i riti di una sofisticata e plateale fiera del potere e della
vanità: l'acquisto di opere d'arte.
Agli inizi i cataloghi delle vendite
all'asta erano poco più di un mero elenco dei lotti in vendita con poche
indicazioni relative al materiale, le dimensioni, l'epoca o l'artista e poche
illustrazioni. Oggi I cataloghi delle vendite importanti, e di quelle che si
vuol fare diventare importanti, sono quasi dei libri d'arte; spesso hanno
rilegature telate e eleganti custodie; è aumentato il formato, il numero di
pagine, la dovizia di immagini a colori e le opere sono presentate da schede
storico-critiche con confronti e riferimenti tra l'opera in vendita e capolavori
dei musei. Dimostrano che oggi anche nel mercato dell'arte il "packaging" (la
confezione) ha una parte rilevante per il successo della vendita; ma se li si sa
leggere con intelligenza sono un ottimo servizio per il compratore.
Sopravvivendo e rinnovandosi dopo ogni periodica crisi il mercato dell'arte è in
costante crescita; un mercato rappresentato in Italia, dal fatturato delle case
d'asta più che dall'attività delle gallerie; ma non credo che le cose stiano in
questi termini, più semplicemente i risultati delle aste, almeno di quelle
battute dalle case d'asta più importanti, sono noti mentre il lavoro fatto in
galleria è protetto da una discrezionalità che ne impedisce la conoscenza
dell'entità. Le aste sono diventate per venditori e compratori privati il
miglior modo per operare. Nell'arco di qualche decade le sale d'asta sono
aumentate, hanno decuplicato il volume di affari e il numero di compratori;
aumentando il numero di compratori sono aumentati i prezzi; questo in ogni
settore, gioielli, argenti, arredi, tappeti, porcellane e maioliche e
naturalmente i settori più ricchi: dipinti e disegni antichi, del XIX secolo,
moderno e contemporanei che sono i settori trainanti. Basta sfogliare dei
cataloghi vecchi di dieci anni per rimpiangere gli acquisti mancati... Per fare
alcuni esempi, se nel 2003 il fatturato totale delle principali case d’asta
italiane e straniere operanti nel nostro Paese è stato di 150 milioni di euro
nel solo 1^ semestre del 2005 le stesse case denunciano un fatturato di 100
milioni di euro. Per sottolineare l'importanza del fatturato delle aste di arte
moderna e contemporanea basta vedere come nel primo semestre del 2005 questo
rappresenti circa il 40% del fatturato totale. Oggi comprare arte non è più
retaggio di pochi, alcuni lo fanno per passione, altri per imitazione quasi
fosse un obbligo sociale, qualcuno per investimento. Per molti possibili
compratori, non abituati al "rito" della galleria, timorosi di fare l'acquisto
sbagliato l'approccio con la vendita all'asta diventa un modo tranquillizzante
ed anche stimolante per avvicinarsi all'acquisto di opere d'arte. L'asta offre
la possibilità di visionare, comparare importanza storica/qualità=prezzo, e
discutere con altri collezionisti e con i mercanti che si incontrano in
occasione dell'esposizione che precede la vendita tante opere diverse e di
acquistare nel corso di una gare dove la competizione è di massima reale. E'
merito delle fiere e delle case d'asta la crescita del numero dei compratori;
ciascuna nel proprio settore stanno tutte facendo un ottimo lavoro per sostenere
un mercato in crescita, sempre più specializzato e professionale, sano e
competitivo. E' il maggior numero di compratori che fiere e aste hanno
"guadagnato" al settore che ha portato a un aumento dei prezzi e questo ha
portato a un costante miglioramento della qualità dell'offerta perché i
possibili venditori sono invogliati a vendere opere importanti quando il mercato
è in crescita e possono sperare di ottenere stime per loro interessanti.
Articolo di Laura Tansini pubblicato sul n. 2 della
Gazzetta delle aste